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Emergenza di Ferragosto: Vaiolo delle Scimmie e West Nile

  • Immagine del redattore: Il Pubblichiere Pubblica Sasso Marconi
    Il Pubblichiere Pubblica Sasso Marconi
  • 2 nov 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 24 ott

Vaiolo delle Scimmie e West Nile Virus: fenomeni da monitorare




virus del vaiolo delle scimmie
Vaiolo delle scimmie

Il 14 agosto 2024 il Direttore generale dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato l'epidemia da Monkeypox (Mpox o vaiolo delle scimmie) un'emergenza pubblica di interesse internazionale. Il provvedimento è derivato dall'aumento dei casi nella Repubblica Democratica del Congo, e dalla successiva diffusione della malattia nelle regioni limitrofe (e sporadicamente anche al di fuori dell'Africa). Il nome del virus deriva dal fatto che fu identificato nel 1958 nelle scimmie, mentre il primo caso di infezione umana documentata risale al 1970. E' possibile che la cessazione internazionale della vaccinazione contro il vaiolo umano, avvenuta nel 1980, possa aver favorito la diffusione della malattia in Africa.


Si tratta di una infezione zoonotica, trasmessa dagli animali all'uomo, causata da un Orthopoxvirus, appartenente alla stessa famiglia del vaiolo umano (Poxviridae). Nonostante il nome, pare che le scimmie non siano il principale “serbatoio” del virus, il quale è rappresentato da piccoli roditori africani. La trasmissione può avvenire per contatto diretto con persone infette o con materiali contaminati, come lenzuola e vestiti. E' possibile una trasmissione a corto raggio anche attraverso la via respiratoria. Nelle aree endemiche è molto comune il contatto con un animale infetto.


L'incubazione della malattia oscilla fra una e tre settimane. Di solito esordisce con febbre, dolori muscolari e ingrossamento dei linfonodi, dopo pochi giorni compaiono vescicole e pustole, che formano poi lesioni crostose, variamente distribuite nel corpo, in particolare al viso e alle estremità degli arti, da poche unità a centinaia, a seconda dei casi. Di norma si guarisce entro un mese, ma nei soggetti deboli la malattia può essere più aggressiva e portare alla morte.


La contagiosità compare all'esordio dei sintomi, sino alla caduta di tutte le croste.  

La diagnosi può essere confermata da un test effettuato su materiale prelevato dalle lesioni cutanee.

La terapia si basa prevalentemente su farmaci sintomatici e di supporto, nei casi più gravi si ricorre a farmaci antivirali, come Tecovirimat.


La prevenzione, oltre alle buone norme di comportamento, si avvale anche della vaccinazione, che è promossa dalla OMS nelle zone in cui la malattia è diffusa, nell'ambito del Piano di preparazione e risposta strategica globale contro il vaiolo delle scimmie. Attualmente questa patologia è confinata in un ampio territorio centroafricano, e non costituisce un problema reale per il nostro Paese.


West Nile Virus
West Nile Virus

Il 14 agosto 2024 il Sindaco di Sasso Marconi ha emesso un’Ordinanza per disporre l'obbligo di effettuare (fino al 30 settembre) trattamenti settimanali contro le zanzare, per i gestori di Case di riposo e strutture affini, con la presenza di spazi verdi fruibili dagli utenti. Questo a causa della circolazione nel territorio regionale del West Nile virus, trasmesso dalla zanzara comune (Culex Pipiens). Si tratta di un virus della famiglia Flaviviridae, isolato per la prima volta in Uganda nel 1937, particolarmente diffuso in Africa e Asia, in grado di provocare talvolta nell'uomo una malattia febbrile che ha una incubazione di alcuni giorni fino a 3 settimane.

I principali sintomi sono di tipo simil-influenzale: febbre, mal di testa, mal di gola, dolori muscolari e articolari, congiuntivite, arrossamenti cutanei, ingrossamento dei linfonodi, nausea, dolori addominali, diarrea. In meno dell'1% dei casi i sintomi diventano più intensi e si associano a disturbi neurologici: disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, sino a un’encefalite letale. La diagnosi di solito viene confermata da test sierologici, attraverso un prelievo di sangue.


Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o a volte possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale per una terapia di supporto. Non esiste un vaccino umano, pertanto la prevenzione consiste nell’evitare le punture di zanzara, tramite l’uso di repellenti cutanei, indossando indumenti chiari, pantaloni lunghi, maglie a manica lunga e soggiornando quanto più possibile in ambienti protetti.


Inoltre si raccomanda di contrastare la proliferazione di zanzare e papatacci, evitando la formazione di ristagni d'acqua nei giardini e di effettuare fino a novembre periodici trattamenti con l'apposito prodotto biologico larvicida, che sul nostro territorio può essere ritirato gratuitamente presso gli uffici comunali preposti.


a cura del Dr. Eros Tommasi



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