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ESSERCI – Il percorso di formazione dei Soccorritori dell’emergenza 

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    Il Pubblichiere Pubblica Sasso Marconi
  • 1 dic
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 4 dic

ESSERCI – Il percorso di formazione dei Soccorritori dell’emergenza

Il percorso per diventare soccorritore è impegnativo: richiede tempo, presenza e una disponibilità che non tutti possono mantenere. Non è un fallimento, è una scelta. 


Chi decide di proseguire scopre che l’emergenza è fatta soprattutto di preparazione, collaborazione e responsabilità condivisa. 

È qui che comincia il significato di “esserci”: non nel momento dell’intervento, ma in tutto quello che viene prima. 

Per capire cosa c’è davvero dietro questo percorso, abbiamo raccolto tre punti di vista: quello di chi sta iniziando, quello di chi forma e quello di chi è in servizio da molti anni. 


Ognuno racconta un pezzo di realtà, senza idealizzarla: impegno, difficoltà, soddisfazioni e momenti che fanno capire davvero cosa significa esserci. 


Domande e risposte


Aspirante Soccorritore Giulia Mazzini

  1. Cosa ti ha spinto a iniziare un percorso così lungo, sapendo che richiede mesi e spesso anni?

    In un primo momento hai la curiosità che ti spinge a proseguire, successivamente sostituita dalla volontà di fare, di imparare a gestire situazioni che possono colpirti in prima persona.  

  2. Qual è stata la parte più impegnativa finora? La tecnica, lo stress o la gestione dei turni? 

    Il mix tra formazione continua e costanza che a volte può sfociare in stress dovuto ad ansia da prestazione. 

  3. Ricordi un momento in cui hai capito davvero cosa significa “esserci”?

    Personalmente penso che la piena consapevolezza di cosa significhi effettivamente “esserci” la si raggiunga quando si inizia a fare gli affiancamenti; quando ti rendi conto che devi “esserci” con la testa e con il corpo e non puoi permetterti distrazioni perché in quel momento non si tratta più solo di te stesso ma anche della salvaguardia di altre persone. 

  4. Cosa ti sorprende di più del lavorare in squadra durante un’emergenza?

    La capacità di sinergia che si crea durante un servizio con l’equipaggio, a volte limitato al solo sguardo. 



Formatore Alan Salis

  1. Che differenza vedi tra chi arriva pieno di entusiasmo o in punta di piedi e chi diventa un soccorritore affidabile?

    La presa di coscienza sulla responsabilità sul servizio, l’empatia verso il paziente e la voglia di migliorare giorno dopo giorno.


  2. Qual è l’errore più comune degli allievi e come si supera?

    L'esuberanza e la voglia di strafare quando ancora non si ha una preparazione / esperienza idonea.


  3. In quale parte del percorso senti che avviene il salto di maturità?

    Gli affiancamenti, perché si inizia a prendere la consapevolezza e la capacità di gestione di un servizio di emergenza/urgenza.


  4. Come capisci che una persona è pronta per il primo turno vero?

    A seguito di una mirata valutazione alla quale assisterò personalmente per verificare la preparazione tecnica/manuale, approccio al servizio e al paziente, valuterò se l’aspirante ha appreso tutte le capacità necessarie a ritenerlo idoneo ad avere l’effettiva qualifica da soccorritore. 



Soccorritore Roberto Negrini

  1. Cosa ti è rimasto del tuo percorso di formazione?  

    Difficile dirlo, sono passati oltre 35 anni! 

    Scherzi a parte, a livello tecnologico è cambiato il mondo. Per imparare la "teoria" si usavano dispense scritte con la macchina da scrivere e gentilmente fotocopiate in Municipio... 

    Nei corsi erano di grande aiuto le diapositive e i disegni a pennarello proiettati con la lavagna luminosa. Diciamo che si badava molto al sodo. 

    Negli anni le cose sono cambiate, adesso abbiamo a disposizione materiale formativo ben strutturato e presidi sanitari molto efficaci. E' aumentata molto la consapevolezza di quello che siamo chiamati a fare quando siamo in ambulanza. Qualcuno preferisce dire che ci siamo "professionalizzati". 

    Pertanto, del mio percorso iniziale di formazione è rimasto un bel ricordo (forse anche per la giovane età...) ma oggi molti concetti si sono evoluti e bisogna stare al passo con i tempi, basti pensare a come si sono progredite le normative di sicurezza, i protocolli da seguire, la privacy dei pazienti. Non per niente siamo chiamati a fare tanti corsi... 


  2. Cosa diresti a chi pensa che basti la divisa per fare il soccorritore?  

    Che questo concetto non andava bene nemmeno 35 anni fa, figuriamoci adesso. 


  3. Qual è la parte più difficile del servizio? 

    Dipende dal servizio. Ci sono servizi che sono parecchio complicati sotto l'aspetto sanitario, siano essi malori o incidenti. In questo caso possiamo anche avere l'aiuto dell'automedica o dell'elisoccorso. Ma siamo noi che inizialmente dobbiamo ragionare e mettere bene in ordine le cose da fare (o da non fare). Poi ci sono altri servizi dove prevale la gestione dell'aspetto "umano", dove c'è una parte più emozionale da gestire, sia del paziente che nostra. Non c'è una risposta precisa a questa domanda. 


  4. E cosa ti tiene ancora qui, dopo anni di emergenze e notti in sede? 

    A volte me lo chiedo anch'io. Ma altre volte, e sono la maggioranza, possiamo dire che ci si sente appagati per quello che si fa. Per quello che riusciamo a dare e che si trasforma in qualcosa di concreto per la persona sofferente o in difficoltà. Diciamo anche che nei momenti di pausa però è anche un modo per stare insieme ed interagire con altre persone. Molto meglio che stare davanti ad un videogioco o sui social... 


 

Fare emergenza non significa inseguire l’intervento, ma essere pronti quando arriva. Il resto del tempo è formazione, confronto, squadra e anche silenzio. 

È un equilibrio tra tecnica ed empatia, tra disciplina e umanità. Non si improvvisa e non si fa per abitudine: si costruisce, un turno dopo l’altro. 


Chi resta non lo fa per adrenalina, ma perché ha trovato un posto in cui il proprio esserci ha un valore concreto — per sé, per gli altri, per il territorio. 





Se senti che questo percorso potrebbe essere il tuo posto — con i suoi tempi, le sue responsabilità e il suo valore — puoi iniziare da qui: 




ESSERCI – Il percorso di formazione dei Soccorritori dell’emergenza

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